È possibile raccontare la musica? Sembra una domanda assurda. La musica si ascolta, è piacevole, ha uno sviluppo che a volte possiamo trovare narrativo, ma non è certo un discorso, uno scritto, qualcosa che si possa trovare in un libro o farsi raccontare. Sappiamo che, fisiologicamente parlando, percepiamo la musica grazie alle vibrazioni del timpano, che si traducono in impulsi elettrici, i quali percorrono i nervi acustici fino al cervello. E la musica è energia: ci raggiunge viaggiando attraverso la materia, nel vuoto assoluto non può esserci suono. Perciò la storia di un brano musicale è un flusso di onde di compressione e rarefazione dell'aria, frutto di vibrazioni e risonanze. Se analizziamo scientificamente il Bolero di Ravel, ecco che alla meraviglia consueta possiamo unire l'analisi degli strumenti dell'orchestra, darne immagine e visualizzazione, capire come i suoni si originano e si propagano. E percorrendo i frammenti orchestrali così come sono presentati nella successione della partitura, ecco che il Bolero acquista una forma nuova, diventa un racconto, una storia scientifico-musicale.
Biografie
Luigi Dei è docente di Chimica Fisica allUniversità di Firenze. Studioso della chimica di nanomateriali e delle sue applicazioni per la conservazione di beni culturali, autore di 150 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali, svolge opera di divulgazione scientifica su argomenti quali nanotecnologie ed arte e su Primo Levi chimico e scrittore. Ha curato per Firenze University Press i libri Voci dal mondo per Primo Levi e J. M. Thomas Michael Faraday, la storia romantica di un genio.
Note
Per i docenti partecipanti è previsto esonero rilasciato dal MIUR (prot. n. 8824 del 30/09/2010)