Lepilessia è una patologia cronica del sistema nervoso centrale che colpisce circa l1% della popolazione mondiale. Una crisi epilettica è un evento clinico che esprime una disfunzione elettrica che può interessare un'area circoscritta del cervello o entrambi gli emisferi celebrali. L'epilessia influenza seriamente la qualità della vita delle persone che ne sono affette, in particolare nei casi in cui le convulsioni dei malati si dimostrino refrattarie al trattamento con le terapie attualmente disponibili. I farmaci attuali puntano infatti a sopprimere le crisi, limitarne il numero e la gravità, ma questi obiettivi sono raggiunti in maniera soddisfacente solo nel 70% dei casi: il restante 30% non trae benefici sufficienti dalla terapia farmacologica. Oltre a questo, il trattamento antiepilettico è sintomatico, ossia non riesce a interferire con l'evoluzione della patologia, ma soltanto intercetta e agisce sui suoi sintomi. Nei casi più gravi, il paziente può essere sottoposto a intervento chirurgico. L'asportazione della parte di cervello malata, ovviamente, deve essere tale da non indurre deficit neurologici significativi. In questo quadro, lo sviluppo di nuove terapie si configura come una urgenza a cui rispondere prontamente. Nuovi modelli sperimentali, lo studio approfondito dei modelli di eccitabilità delle aree celebrali, l'individuazione di nuovi bersagli verso cui dirigere i farmaci: sono queste le chiavi per migliorare i nostri successi nella lotta all'epilessia.
Biografie
Annamaria Vezzani, dopo il dottorato in neurofarmacologia all'Istituto Mario Negri di Milano, ha lavorato alla Università del Maryland, al Karolinska Institute di Stoccolma e all'Albert Einstein College of Medicine. Al momento è a capo del Laboratorio di Neurologia del Dipartimento di Neuroscienze dell'Istituto Mario Negri di Milano, e nel 2009 ha ricevuto il Research Recognition Award dall'Associazione Americana per l'Epilessia.