Se la nostra fosse davvero una società della comunicazione, i telefonini si sarebbero evoluti, trasformandosi in minuscoli auricolari sempre con noi. L'evoluzione invece è andata in senso inverso e l'assoluto tecnologico per ora è l'iPad, una tavoletta per scrivere e per registrare. Se è così, dobbiamo allora pensare che la nostra società non è semplicemente "la società della comunicazione", ma c'è dell'altro. È una società della registrazione, dove ciò che conta è la documentalità, la capacità di tener traccia dei nostri atti sociali e degli oggetti che ne scaturiscono, dai matrimoni ai divorzi, dalle crisi economiche alle opere d'arte.
Biografie
Maurizio Ferraris, professore ordinario di filosofia teoretica nella Università di Torino, dirige il Labont (Laboratorio di Ontologia). Editorialista di «La Repubblica», è direttore della«Rivista di Estetica» e condirettore di «Critique». Alla sua attività è stato conferito, nel 2008, il Premio Filosofico “Viaggio a Siracusa”. I suoi ultimi libri sono Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce (Laterza 2009) e Ricostruire la decostruzione (Bompiani 2010).