Definire un'istantanea mondiale della diversità umana. È questa la grande opportunità offerta dai nostri recenti progressi nel campo della genomica, che ci consentono di generare la sequenza completa del DNA di un individuo in maniera efficiente ed economica. Ancora all'inizio di quest'anno, pochi erano gli individui di cui la scienza conosceva il genoma completo: tuttavia una estesa mappa dei genomi umani può rendere alla medicina un grande servizio in termini di confronto, di conoscenza del passato della nostra specie e di comprensione dei meccanismi genetici alla base della nostra vulnerabilità, o resistenza, a determinate patologie. Pur considerando debitamente gli aspetti etici, la qualità di queste informazioni è di fondamentale importanza per il progresso scientifico. Nel febbraio 2010 sono stati sequenziati i primi genomi indigeni, quello dell'Arcivescovo Desmond Tutu, premio Nobel per la Pace, e quello di un Gubi, appartenente all'etnia dei cacciatori-raccoglitori Khoisan del deserto del Kalahari. Ora questa geografia è pronta a farsi più ricca e insieme più complessa, promettendo alla medicina nuove conoscenze specifiche, nuovo materiale di ricerca e nuovi indirizzi terapeutici.
Biografie
Vanessa Hayes, sudafricana di nascita, è professore di genomica umana al J. Craig Venter Institute con sede a San Diego. Nel 2010 ha guidato un progetto per il sequenziamento del primo genoma umano indigeno: quello di Desmond Tutu e dei nostri discendenti viventi più antichi, che rappresentano un tempo passato "out-of-Africa".
Note
Per motivi indipendenti dall'organizzazione del Festival, l'evento è stato ANNULLATO