Amore, arte, cibo. Perché godiamo?
Se gli esseri umani sono individui razionali che decidono in base a prospettive future, perché provano così spesso piacere in atti di masochismo benigno, come mangiare cibi troppo piccanti o vedere film che fanno piangere? Se siamo così intelligenti da cercare continuamente di migliorare le nostre vite, comè che facciamo così fatica a riconoscere cosa ci fa bene e cosa ci piace? Alcuni desideri sono chiaramente funzionali: il cibo, una persona con cui vivere, un letto morbido. Per questi esiste una spiegazione che possiamo ricavare da considerazioni biologiche ben evidenti, che hanno a che fare con bisogni fondamentali. Altri desideri invece non corrispondono a una necessità fisiologica, eppure sono egualmente sentiti da molti di noi: il desiderio di collezionare oggetti, la passione per le piante, l'ostinazione verso un determinato colore. Per non parlare delle sensazioni piacevoli che si traggono dalla preghiera, dalla contemplazione dell'arte, dall'ascolto della musica. Dal punto di vista prettamente biologico tutto ciò è bizzarro. Perché allora siamo fatti in modo da ricavarne piacere?
Biografie
Paul Bloom insegna Psicologia all'Università di Yale. La sua ricerca esplora il modo in cui bambini e adulti comprendono il mondo fisico e sociale, con un'attenzione particolare dedicata alla morale, alla religione e all'arte. Ha vinto numerosi premi, e scrive per i più prestigiosi giornali e riviste del suo settore. Il suo ultimo libro tradotto in italiano è La scienza del piacere (Il Saggiatore, 2010).
A cura di
In collaborazione con Il Saggiatore