La conservazione e lo studio dei beni culturali sono strettamente legati alle conquiste tecniche ottenute grazie al progresso scientifico. Metodologie di indagine, conservazione dell'integrità delle opere, restauro di manufatti di interesse storico-artistico: tutti questi ambiti si avvalgono di tecnologie raffinate, spesso necessariamente non invasive e il più possibile calibrate sul particolare intervento da realizzare. Le tecniche di analisi moderne possono raccontarci molto sullo stato di conservazione di opere come il David di Michelangelo o svelarci i dettagli delle tecniche pittoriche utilizzate da grandi maestri rinascimentali come il Perugino, Raffaello e Leonardo. D'altro canto, l'arte moderna e contemporanea, data la disponibilità così vasta di nuovi materiali di sintesi e l'assoluta liberà di lavorarli con metodi non convenzionali, ha aperto nuovi complessi problemi non solo nella fase di realizzazione delle opere, ma anche in quella seguente di conservazione. Da Cézanne a Mondrian, da Burri a De Dominis, l'evoluzione della tecnica, dell'arte e delle possibilità di espressione diventa un percorso in cui la scienza è denominatore comune e compagna di viaggio.
Biografie
Antonio Sgamellotti è Professore ordinario di Chimica Inorganica, Università di Perugia. Presidente del Centro di Eccellenza SMAArt (Scientific Methodologies applied to Archaeology and Art). Autore di oltre 350 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali a larga diffusione riguardanti calcolo ad alte prestazioni in chimica, proprietà strutturali ed elettroniche di molecole e materiali inorganici, caratterizzazione e proprietà spettroscopiche di materiali di interesse archeologico e storico artistico. Di recente è stato nominato Socio Corrispondente dell'Accademia dei Lincei.