Ogni minimo dettaglio, dalla forma degli specchietti retrovisori allo spessore in millimetri degli alettoni, incide in maniera sensibile sulla prestazione sul giro della vettura. Le possibili modifiche, ha spiegato Schilardi, vengono provate in galleria del vento e tramite simulazioni al computer; la decisione finale, infine, è il frutto del compromesso tra la guidabilità della vettura, il suo bilanciamento e le condizioni ambientali. Neanche il settore automobilistico è stato risparmiato dalla crisi economica: costretti dal regolamento ad una sensibile riduzione di budget, i team di Formula 1 stanno puntando in questi ultimi anni non tanto sullo sviluppo di motori sempre più potenti (e costosi), quanto sulle novità aerodinamiche. In questo senso la crisi ha prodotto una piccola rivoluzione anche in quest'ambito: dall'epoca dell'elogio della velocità di Marinetti e delle imprese di Tazio Nuvolari, il cui obiettivo era il raggiungimento della velocità di punta più elevata, ora si è passati all'attenzione per i materiali e per i dettagli tecnici, in cui la velocità è solo uno dei componenti in gioco. Sono solo le grandi aziende e i grandi marchi a possedere le competenze necessarie e i tecnici in grado di progettare vetture competitive? Per rispondere a questa domanda Alessandro Matarazzo, direttore generale dell'Associazione tecnica dell'Automobile, ha illustrato agli studenti la Formula SAE, competizione riservata agli studenti universitari italiani e stranieri: i ragazzi possono cimentarsi nella progettazione e nello sviluppo di vetture da corsa, poi valutate dai giudici. Il budget che hanno a disposizione le università straniere, avverte Matarrazzo, è in molti i casi dieci-quindici volte quello a disposizione delle facoltà italiane, e non sempre la creatività italiana ci verrà in soccorso.