Presentando il suo ultimo libro, la dottoressa Orbach, affronta il difficile rapporto che la società occidentale intrattiene col corpo, partendo dall'assunto che la nostra corporeità è anche, e soprattutto, di natura culturale oltre che fisica. La problematica relazione che la società attuale ha con il corpo, nasce secondo la Orbach, da un paradosso fondamentale: i modelli estetici proposti in maniera ossessiva dal sistema mediatico e culturale corrispondono a corpi scolpiti e tonici, in opposizione al nostro stile di vita sempre più sedentario . La Orbach ha insistito sul fatto che le grandi multinazionali farmaceutiche, le case di moda e soprattutto l'industria alimentare, usino una strategia di costante tensione, diffondendo insicurezza e creando un culto della fisicità pari solo all'idolatria. Il corpo della donna è in via di estinzione, soprattutto il corpo della madre sembra essere diventato un tabù. Il corpo della madre è la sede di trasmissione della cultura. Una botox-mother passerà a suo figlio, già in fase di allattamento, la sua insicurezza rispetto al proprio corpo. Oggigiorno il corpo è pensato in maniera troppo restrittiva, bisognerebbe concepirlo secondo un'ottica relazionale. Se si riconoscesse che il meccanismo di trasmissione della cultura avviene principalmente in maniera relazionale si potrebbe risolvere l'ossessione del corpo andando a lavorare sulla principale delle relazioni, quella tra madre e neonato. L'aggressività e la violenza mediatica rivolta soprattutto al corpo femminile genera un'idea di bellezza assoluta, che non è più accettabile vedere e ammirare solo negli altri, ma deve essere posseduta e impersonata a tutti i costi. Il cortocircuito estetico è creato dall'idea diffusa che tutte le donne debbano essere belle allo stesso modo e la bellezza femminile debba durare per sempre. Prima le donne dovevano essere belle e seduttive finché non trovavano una loro collocazione sociale nel matrimonio. Oggi, attraverso interventi di chirurgia estetica, questa seduttività viene prolungata e reiterata fino alla terza età in maniera innaturale. La simbologia della fisicità contemporanea, prosegue la dottoressa Orbach, poggia su un'ambiguità estrema: i corpi brutti e obesi sono epurati, emarginati e stigmatizzati dalle grandi narrazioni mediatiche, ma allo stesso tempo essi sono il risultato e l'emblema stesso della nostra ossessione per il corpo le persone obese sono la personificazione stessa delle diete, di quella florida industria alimentare che crea il problema che di fatto pretende di risolvere. Le diete sono create per fallire, altrimenti l'industria del benessere non potrebbe trarne profitto. Il fatto stesso di passare la propria vita a dieta è la prova definitiva che, quello proposto, non sia un regime alimentare sano.