Se una giornata qualunque un lavoratore incontrasse un passaggio per le terre del sogno cosa succederebbe? E’ questo l’imprevisto onirico in cui inciampa inavvertitamente Amadis Dudu (interpretato da Enrico Campanati), un impiegato piccolo piccolo chiuso nella sua routine lavorativa, che come ogni giorno sale sul tram per andare a lavoro e si trova invece travolto dalla follia di un bizzarro autista che lo condurrà, non in ufficio, bensì nel regno magico di Expotamia . Come dentro ad un romanzo di Lewis Carrol, Amadis incontra personaggi strampalati e soprattutto si imbarca in un’impresa paradossale: costruire una ferrovia in pieno deserto, una ferrovia infinita che non porta a nessuna destinazione. La storia di Conte è un interessante spunto per riflettere sui nostri percorsi esistenziali, sugli automatismi quotidiani che creano delle assenze, intese come sospensioni del pensiero, come vuoti istantanei in cui la dimensione onirica va ad imporsi sulla vita diurna di ciascuno di noi. Lo spettacolo inizia infatti con uno dei protagonisti, Angel (Alessandro Bergallo), che sale sul palcoscenico per dare la carica a un grande orologio a cucù, che si trasforma in un cervello. È qui tra le sinapsi e i neuroni, che si forma l’attività onirica dell’uomo e che si svolgono i fatti de Il viaggiatore onirico. Un’avventura grottesca, omaggio al Teatro dell’Assurdo di Jarry, impreziosita da una scenografia visionaria grazie all’uso di video e disegni animati. I post-romantici e stravaganti protagonisti di questa storia, interpretati tra gli altri da Pietro Fabbri, Silvia Bottini, Alberto Bergamini, Nicholas Brandon e Alessandro Bergallo, interagiscono con i personaggi creati dall’illustratore Gregorio Giannotta, che per lo spettacolo ha realizzato centinaia di tavole. I disegni animati, proiettati sul palco, hanno trasformato il Teatro della Tosse in un luogo sospeso tra due dimensioni, immergendo i presenti in un’atmosfera alla Escher, dove la realtà e le sue leggi gravitazionali perdono consistenza e importanza. Dai bozzetti di Giannotta, Bruno Cereseto ha inoltre realizzato tutti i costumi di scena. Una bella serata di meraviglia e incanto, il cui ricavato è stato interamente devoluto alla LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori - Sezione di Genova), che sta lavorando ad “Ancora Donna”, un nuovo progetto dedicato alle donne in chemioterapia e in radioterapia. Per non dimenticarsi mai che i sogni non andrebbero chiusi nei cassetti.