Festival della Scienza

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L'arte e il cervello in dialogo. Semir Zeki, lo scienziato esteta.

Introdotto dal direttore del festival, Vittorio Bo, il professor Zeki ha tenuto una lezione illuminante sulla percezione e costruzione della realtà fisica attraverso la nostra attività cerebrale. “Una volta che hai aperto gli occhi, non hai nessuna libertà sulla visione del mondo. Il cervello costruisce la realtà, attraverso un dialogo continuo con l'ambiente che lo circonda. I colori della natura sono pura illusione, una mera costruzione del cervello. Il mondo oggettivo di per sé non ha colori.” Rivolgendosi a un pubblico sempre più attento e coinvolto, Zeki ha espresso le sue attraverso l'analisi di numerose opere d'arte, illustrando il concetto di sublime e lo stato di beatitudine che si prova davanti alle opere di grandi autori figurativi come Michelangelo e Cézanne, ma anche ascoltando la musica di Wagner o gli scritti di Balzac e Zola. “L'arte è un mezzo per acquisire conoscenza e consapevolezza del mondo. Questo tipo di conoscenza presuppone un dialogo tra la nostra mente e la realtà fisica in cui viviamo e ci muoviamo.” Il continuo dialogo tra l'essere umano e il mondo corrisponde ad una precisa attività neurologica, che può essere considerata come una forma di collaborazione nella creazione dei fenomeni sensibili. “La sola realtà che abbiamo, è la realtà cerebrale, che esiste prima della semplice realtà oggettiva”. Come l'arte ricrea il mondo, secondo poetiche e stilemi estetici, così il cervello quotidianamente lavora alla creazione di tutto ciò che ci circonda. Il senso di meraviglia e beatitudine che si prova a contatto con l'arte deriva infatti da quegli spazi di ambiguità e instabilità generati dall'incompiuto, dall'abbozzato, dall'irrealizzato. L'incompleto nell'arte lascia il nostro cervello libero di ricreare ciò che l'artista ha taciuto o non ha portato a termine, spesso per l'impossibilità di tradurre in segni o parole dei concetti mentali, figli del desiderio e del sogno. Come la bellezza della Divina Commedia è frutto dell'amore di Dante per l'ineffabile donna della sua mente, e per Michelangelo la perfezione della Pietà Rondanini, risiede nella sua incompiutezza, così nel pensiero di Semir Zeki, l'incompletezza dell'interpretazione del mondo diventa completa, in quanto comprende in sé più verità, ognuna delle quali valide alle stesso modo. La mente umana, insomma, continua ad essere la sola opera d'arte non ancora interpretata.