La libertà delle nostre scelte e delle nostre azioni ci sembra spesso il più naturale e incontrovertibile dei fatti. Eppure il "libero arbitrio" è da secoli al centro di un dibattito etico, filosofico e religioso, che non si esaurisce in considerazioni riguardo alla libertà personale, ma si allarga a questioni circa la responsabilità personale e la nostra indipendenza dalla causalità scientifica. Recenti osservazioni neurobiologiche suggeriscono che acquisiamo consapevolezza delle nostre intenzioni di agire solo dopo la partenza del segnale cerebrale che le trasformano in atti veri e propri. Parrebbe dunque che, in linea di principio, le nostre scelte possano essere previste da un osservatore esterno non solo prima che noi le compiamo, ma addirittura prima che noi riusciamo a renderci conto che vogliamo compierle. Ma allora lidea di libertà e quella di responsabilità morale che ne dipende sono soltanto illusioni? In realtà non è detto che sia così. La discussione sul libero arbitrio, uno dei misteri più antichi e affascinanti del pensiero umano, è infatti ancora aperta, e oggi vede lappassionata partecipazione non solo di filosofi ma anche di neurobiologi, psicologi e scienziati cognitivi.
Biografie
Andrea Lavazza è studioso di scienze cognitive, in particolare di neuroetica. Autore di
Luomo a due dimensioni (Bruno Mondadori, 2008), svolge unintesa attività di pubblicistica e divulgazione.
Adina Roskies, neuropsicologa e filosofa, lavora nel dipartimento di filosofia del Dartmouth College negli USA.
Giuseppe Sartori è ordinario di Neuropsicologia Clinica e Neuroscienze Cognitive presso lUniversità di Padova. I suoi ambiti di interesse sono la neuropsicologia forense e il decision making in ambito medico.
Mario De Caro insegna Filosofia morale allUniversità Roma Tre. È vicepresidente della Società Italiana di Filosofia analitica, nonché autore di Il libero arbitrio (Laterza, 2004) e Azione (il Mulino, 2008).
A cura di
In collaborazione con Codice Edizioni